Dalla sua posizione privilegiata sulla collina che domina Firenze, Villa Cora è testimone di un'epoca sfarzosa che ha visto nobili fiorentini, principi, imperatrici ed imperatori di tutto il mondo varcare le soglie delle sue sale.
Verso la fine del 1860, al tempo in cui Firenze era ancora capitale d'Italia, il barone Gustave Oppenheim, discendente dell'illustre dinastia tedesca di banchieri e finanzieri, commissionò una sontuosa residenza, Villa Oppenheim, in onore della sua giovane sposa Eugenia Fenzi. Progettata dagli architetti Pietro Comparini e Giuseppe Poggi, la villa in stile neoclassico divenne presto cuore pulsante di sfarzosi eventi e celebrazioni fino al giorno in cui Gustave, accecato dalla gelosia dovuta al dubbio che la moglie lo tradisse, pianificò di incendiare la villa a lei dedicata. Fermato appena in tempo dalla polizia, fu costretto a causa dello scandalo a lasciare Firenze e a vendere la villa all'imperatrice Eugenia, vedova di Napoleone III, che le ridonò nuovo lustro rendendola un prestigioso luogo d’incontro per la nobiltà.
Nel 1894, il palazzo passò nelle mani di Egidio Cora, da cui l’attuale nome. Suo figlio Giuliano Cora, ambasciatore di Firenze nel mondo, invitò nella villa ospiti di spicco, tra cui il Pascià Isma’il e l'Imperatore giapponese Akihito, a cui è dedicata la Suite Imperiale.
Le sale di Villa Cora profumano di storia. Gli affreschi, le decorazioni antiche, le sculture di rinomati artisti dell'epoca testimoniano la grandeur che un tempo animava queste sale. Gli imponenti esterni, disegnati da Comparini, e gli interni curati da Edoardo Gioja, l'ingegnere che progettò il Canale di Suez, si fondono armoniosamente dando vita ad un capolavoro architettonico. Completano il quadro materiali pregiati come il marmo di Carrara, il marmo giallo di Siena, il vetro di Murano, l'ebano e la seta della famosa fabbrica Fréres Braquenie d'Aubusson, che infodono alla villa un fascino senza tempo.